Il logo ufficiale della mostra dei venticinque anni |
Pubblico in fila alla mostra di Bonn |
Wunderkammer Pixar nella reggia gonzaghesca
Connubio tra tecnologia e arti liberali
La lampada Luxo Jr. e la Luxo Ball ricostruiscono a Bonn la scena dal cortometraggio Luxo Jr. (1986) |
L'artista non deve essere un semplice artigiano, ma un intellettuale preparato in tutte le discipline ed in tutti i campi.
Leon Battista Alberti
Secondo voi, se la famiglia Gonzaga fosse al potere oggi, avrebbe portato in Italia le opere Pixar per creare la propria galleria delle meraviglie e farsi vanto con i propri ospiti, alla ricerca del bello? Io credo di si. Tutto ciò sembra fantastoria, ma è quel che è accaduto, portando la mostra nella reggia mantovana. Risulta incredibile a molti, ma vedere la mostra Pixar: 25 anni di animazione a Mantova è qualcosa di magico e di sorprendenteper le numerose affinità che si possono trovare tra un luogo storico del rinascimento italiano e la più grande major di animazione americana che ha contribuito a far nascere il rinascimento digitale.
Mantova, tra torri e botteghe, risulta, come dice Philippe Daverio, “una New York antelitteram tra medioevo e rinascimento” alla scoperta di talenti, nuove tecnologie alla ricerca di far quadrare il cerchio di Albertiana e Mantegnesca memoria.
Camminando per tutta la via del Principe, entriamo a Palazzo Te all'interno del Salone delle Fruttiere, dove la mostra è stata allestita. Attraverso portali d'accesso, dipinti da videoproiezioni in movimento e piccole teche aperte alla luce, ideate dall'architetto Fabio Fornasari, si ha la sensazione di essere immersi in una gigantesca wunderkammer del meraviglioso e della meraviglia. Il visitatore si confronta con il rinascimento digitale ed il manierismo moderno, ricco di ricercatezza, inventiva, realismo e verosimiglianza, un portale affacciato sul mondo, come direbbe Leon Battista Alberti.
Il colorscript di Toy Story 3 in esposizione a Bonn |
Come diceva Albert Einstein, “l'immaginazione è più importante della conoscenza”, e contribuisce a creare calore narrativo, con storie originali che vengono rielaborate giorno dopo giorno visivamente con storyboard e animatic, immedesimandosi nella natura del mondo in cui stanno vivendo e che ci stanno narrando, per dare la vita alla verosimiglianza, non solo attraverso la mera tecnologia della computer grafica che dà una forma, ma grazie alla cultura dell'arte per l'arte.
I raggi X dei personaggi di Toy Story a Bonn |
“Pixar - come dice la curatrice della mostra italiana Maria Grazia Mattei - è come una bottega d'arte rinascimentale, ma con le tecnologie di oggi con un artista-creativo quale John Lasseter ed i suoi allievi, i pixeriani, un inventore della computer grafica, quale Ed Catmull, ed un imprenditore illuminato quale Steve Jobs, che aveva una visione ben precisa del mondo e della bellezza da dover tramandare ogni giorno.”
Verso la fine della mostra, all'interno di una teca illuminata, troviamo la chiave di volta di tutto: la lampada Luxo Jr., portatrice simbolo della passione per il futuro, insita nelle menti di questi appassionati artisti che con la propria luce ci illumina il bivio tra tecnologia e arti liberali, portandoci a guardare sempre avanti, aprendo nuove porte, perchè in fondo siamo uomini affamati, folli e curiosi di volare verso l'infinito ed oltre. Speriamo di non dimenticarcelo mai.
Lasseter per la creazione e l'allestimento della mostra suggerì tre fasi principali, le stesse per la realizzazione di un film d'animazione, la storia, i personaggi e il mondo, che sono fondamentali e che danno anima a qualsiasi progetto. Di seguito potete trovare alcune foto della mostra a Bonn.