Emeryville, California. Era il 19 agosto 2011 quando mi avventuravo negli studi Pixar a conoscere Guido Quaroni, technical supervisor di Toy Story 3, oggi vicepresident software R&D di Pixar Animation Studios. Italiano di nascita e americano d’adozione, da 16 anni negli States con la sua incredibile famiglia a capo del reparto tecnico più costoso della Pixar dove dirige un team di 120 persone. Persona autentica ed umile al tempo stesso, forte di spirito e passione per il suo incredibile lavoro. Pochi giorni fa, lo abbiamo intervistato e ci ha raccontato la sua esperienza sorprendente, uno spaccato di vita personale e lavorativa all’interno della bottega digitale Pixar guidata dal mastro John Lasseter, ma soprattutto gli abbiamo chiesto quale sarà il futuro dell’animazione.
Peter: Raccontaci come sei arrivato in Pixar e quali sono state le tue esperienze prima di approdare negli studios?
Guido Quaroni: Sono arrivato nel Gennaio del 1997. Dal 1991 mi occupavo di grafica 3D e in particolare avevo scritto un software di modellazione e visualizzazione chiamato ‘solidThinking’ (www.solidthinking.com). Il programma entrò in commercio nel 1993 in Italia e nel resto del mondo. Tra gli utenti di ‘solidThinking’, uno studente dell’MIT di Boston decise di usare il software per modellare, animare e generare immagini per il suo dottorato di ricerca sull’animazione procedurale in 3D. Grazie a questa tesi, questo studente fu assunto alla Pixar nel 1995 e mostrando il proprio lavoro e programmi che aveva utilizzato, generò interesse a riguardo di ‘solidThinking’. Nell’estate del 1996 fui contattato per un possibile colloquio per andare a lavorare in Pixar.
Guido Quaroni e il Next Cube
|
Peter: Quale è stato il tuo primo incarico e cosa hai inventato nel reparto tecnico?
Guido Quaroni: Ho iniziato su Toy Story 2 come modellatore. Mi sono occupato del personaggio cattivo del film, il minatore. Poi sono passato al texturing e alla modellazione dei capelli per i personaggi umani. Durante quel periodo ho scritto il software per la modellazione dei capelli per rendere il processo più veloce e più creativo.
Peter: Come è lavorare alla Pixar soprattutto oggi che sei Producer e al tempo dirigi il reparto tecnico essendo tra le quattro persone del Pixar Senior Technology Team?
Guido Quaroni: Siamo molti di più rispetto a quando ho iniziato. Adesso è più difficile conoscere le persone che lavorano sui vari film, ma fortunatamente lo stile di vita all’interno della Pixar è rimasto lo stesso. Molta collaborazione e desiderio di superarsi ad ogni film.
Peter: Per Toy Story 3 ti sei occupato della supervisione tecnica. Quali sono state le novità principali introdotte in questa produzione e quale è stata la situazione più particolare dell’intera esperienza?
Guido Quaroni: Il grosso del lavoro è stato quello di ricostruire tutti i personaggi principali adattandoli alle tecnologie più moderne, ma rimanendo fedeli al loro design originale soprattutto per quello che riguarda le espressioni del volto.
Peter: Senti ancora la sfida a realizzare idee sempre e comunque all'avanguardia con una passione verso il futuro?
Guido Quaroni: Incredibilmente questa voglia di sfida è ancora la stessa di 16 anni fa. Magari sono un pochino più lento e non lavoro 14 ore al giorno, ma la passione è la stessa.
Peter: Cosa fa la differenza in Pixar?
Guido Quaroni: La cura che viene data a tutti i particolari del film, dalla storia, all’animazione fino alla realizzazione tecnica.
Peter: In che modo si riesce a portare in una azienda come Pixar un pò della propria vita?
Guido Quaroni: Interagendo con gli altri. Il bello della Pixar è che esiste molta apertura mentale e si ascoltano sempre le opinioni dei propri colleghi. Questo permette ad ognuno di contribuire attivamente.
Peter: Come è lavorare con John Lasseter?
Guido Quaroni: Emozionante. Lui è quello con più passione di tutti che mette tutto se stesso per il bene del film e alla fine ti coinvolge molto nel partecipare nei vari progetti.
Peter: Un tuo ricordo personale di Steve Jobs.
Guido Quaroni: Ho avuto poche interazione con Steve, generalmente in meetings con più persone. La cosa più impressionante era la sua sicurezza nel esprimere le proprie opinioni, ma allo stesso tempo capace di ascoltare e lasciare parlare tutti nella stanza.
Peter: Essere protagonista di un film come Cars e il suo seguito, interpretando un muletto col tuo stesso nome, come è stato? Ma soprattutto che effetto fa essere dentro ad un film d’animazione?
Guido Quaroni: Divertente direi. Non è stato certo faticoso viste le poche parole dette da Guido, ma sicuramente divertente.
Peter: Tu vivi lo studio con un altro italiano di grande talento, Davide Pesare, Shading Technical Director, come è lavorare con lui in un ambiente come Pixar?
Guido Quaroni: Io e Davide siamo molto amici, lavoriamo insieme da tempo e spesso facciamo lunghe chiacchierate. Poi parliamo in Italiano quindi possiamo dire quello che ci pare anche nei luoghi pubblici.
Davide Pesare |
Peter: Cosa vedi nel futuro prossimo della CGI in Pixar dopo i recenti esempi di fotorealismo dinamico in The Blue Umbrella (Pixar) e di integrazione del tratto 2D su texture 3D dinamico in Paperman (Disney) visto la tua notevole esperienza in questo campo?
Guido Quaroni: La prossima frontiera sono gli umani. Pelle, occhi, capelli ecc. Non tanto per ottenere foto-realismo ma per ottenere un look e dei movimenti credibili al 100%.
Peter: A cosa stai lavorando in questi giorni?
Guido Quaroni: Ora sono il responsabile del reparto software e ricerca. Facciamo il supporto dei vari software interni scritti da noi, e guardiamo avanti 4/5 anni per vedere quali saranno le sfide future.
Peter: In Brave e nel nuovo film prossimo all’uscita Monsters University cosa tecnicamente è stato più difficile creare e realizzare, quale è stata insomma la sfida più difficile?
Guido Quaroni: Con Brave sicuramente gli umani e le ambientazioni. Con MU il grosso challenge è stato quello di rivoluzionare il modo di fare lighting usando metodi fisici corretti per un realismo maggiore.