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2 gennaio 2012

La Bella, la Bestia e il risveglio della Magia

Prima di andarmene, mi chinai su di lui, sussurrandogli che la Bella e la Bestia sarebbe stato un grande successo, chi l'avrebbe detto? gli dissi, e Howard mi bisbigliò, io l'avrei detto. 
Don Hahn a Howard Ashman da Il risveglio della magia (Waking Sleeping Beauty).

L'aspetto più interessante, e quello che mi ha fatto innamorare della Disney, non sono tanto i film, ma le persone che mettono anima e corpo nell'intero processo creativo, concependo una storia, e realizzando migliaia di disegni. In occasione del passaggio televisivo de La Bella e la Bestia, stasera in prima serata su Rai 1, mi sembrava fine a stesso parlare solo del film, che penso tutti, più o meno, conosciate, o state per conoscere stasera, ma mi sembrava più opportuno parlare dello straordinario gruppo di persone che ha reso la realizzazione di questo capolavoro possibile. 
Ho deciso di iniziare con una piccola citazione da Il risveglio della magia, o meglio Waking Sleeping Beauty, il documentario sull'epoca oro degli anni '90 della Disney, con una conversazione, in circostanze assolutamente drammatiche, tra due produttori del film. Nel documentario, trasmesso nei mesi scorsi a tarda notte sempre su Rai 1, c'è una menzione d'onore su La Bella e la Bestia, il trentesimo classico Disney, e di conseguenza su Howard Ashman, che insieme a Alan Menken, si è occupato della colonna sonora, Menken della musica e Ashman del testo delle canzoni.

Trovate qui sotto lo spezzone del documentario riguardante La Bella e la Bestia.

Ed è proprio sul lavoro di Howard Ashman, l'uomo dietro Part of your World e Under the sea della Sirenetta, di Once Upon A Time In New York City di Oliver e Company, e parte delle canzoni di Aladdin, come Friend Like Me, che risiede il successo di questi film, come potete ben vedere dal documentario.
"L'uomo che ha dato alla Sirenetta la sua voce, e alla Bestia la sua anima", è così che i suoi colleghi lo hanno salutato, dedicandogli proprio La Bella e la Bestia.
E' un obbligo menzionare queste fantastiche persone, che dalle parole di Don Hahn, dal documentario, dormivano su scrivanie per rispettare le tempistiche, e stavano più con i colleghi con la propria famiglia, non per obbligo, ma per passione.