A presence that disturbs me with the joy
Of elevated thoughts; a sense sublime
Of something for more deeply interfused,
Whose dwelling is the light of setting sins,
And the round ocean and the living air,
And the blue sky and the mind of Man;
A motion and a spirit, that impels
All thinking things, all objects of all thoughts
And rolls through all things.
William Wordsworth
Lines written a few miles above Tintern Abbey
Ballata lirica (1798)
In una terra di forti tradizioni, ricca di simboli dai linguaggi nascosti, di montagne misteriose, di spiriti naturali che aleggiano nella natura circostante, una donna coraggiosa e ribelle, la principessa Merida, rompe gli schemi e si fa eroina affrontando i pericoli per conquistare la sua libertà.
Così Pixar, nel film Ribelle - The Brave in uscita a giugno, guidata dal creativo John Lasseter, affiancato dai co-registi Mark Andrews e Brenda Chapman, sfida la favola classica della mitologia cavalleresca scozzese, sferrando e rivoluzionando, come è solita fare, l’immaginario di una nuova eroina che pensa alla libertà, difendendo le proprie idee, in un’avventurosa visione d’insieme che ci rimanda ai temi, cari al Medioevo, del meraviglioso, della metamorfosi e dell'immaginario metaforico fra magia e mito.
Il tema del meraviglioso rimanda al cosiddetto realismo magico utilizzato spesso nelle favole. Il senso del meraviglioso ci riporta alla meraviglia, allo stupore, all’immagine determinata dall’azione e dal mondo che ci circonda in maniera illusiva, grazie alla storia che ci viene presentata e ci viene visualizzata mediante le nuove tecnologie d’animazione in computer grafica.
Pixar, di questo, ha fatto la sua filosofia, la sua struttura portante del linguaggio: dal meraviglioso mondo dei giocattoli nella trilogia di Toy Story, al megaminimondo vegetale in A Bug’s Life, al surrealismo fantastico-mostruoso in Monsters & Co., al mondo liquido-subacqueo in Alla ricerca di Nemo, alla cultura americana degli anni sessanta in Gli Incredibili, ai paesaggi polverosi dei canyon americani in Cars, ai mondi culinari parigini in Ratatouille, agli spazi siderei e universali in WALL-E, ai cieli parzialmente nuvolosi e limpidi in Up.
Tutto ciò pone lo spettatore alla riflessione e all’immersione dello stesso meraviglioso nel realismo e nel rinascimento digitale in una sorta di immaginazione espansa per chi non conosce quei luoghi, quelle abitudini, quelle storie, quei simboli che alludono ad un significato, facendoci vivere con un’immagine, la stessa esperienza. Questa meraviglia deve così generare emozioni e sentimenti che altri generi non suscitano: la paura e l’orrore da una parte e la curiosità e la meraviglia dall’altra. L’ignoto ci spaventa, ma ci attira allo stesso tempo perché non lo conosciamo.
Vengono dunque reinventate le regole del gioco della favola quasi da stravolgerle, così come fu nel film Gli Incredibili per i supereroi, così da sovvertire il principio narrativo della favola, facendo diventare l’eroe più uguale a noi, più originale, con un’immaginario che richiama il Medioevo fantastico, ma ci fa riflettere anche sulla nostra condizione medievale di oggi.
Merida infatti non indossa gli abiti da principessa, ma è più simile ad un arciere femminile dai suoi lunghi e ricci capelli rosso-malpelo; un cavaliere-donna, che sul suo fidato cavallo con arco e frecce, combatte orsi feroci in una terra aspra e spietata.
Sua Madre, la regina Elinor, vuole imporle di sposarsi con l’ultimo figlio di uno dei più importanti capo-clan del regno, ma lei non la ascolterà.
Essa è dunque un personaggio che vuole sempre fare di testa sua, non a caso incomberà su di lei una maledizione che la porterà ad essere sempre più coraggiosa negli eventi che gli capiteranno in futuro. Ciò porta ad immaginare un confronto fra madre e figlia che riflette l’immaginario odierno.
La macchina da presa ci svela, con lunghi carrelli e immagini a volo d’uccello, il mondo intorno a lei, ricordandoci i romanzi cavallereschi dello scozzese Walter Scott in Ivanoe, ma persino al Furioso di Ariosto, all'Asino d’oro di Apuleio, alle Metamorfosi di Ovidio fino al Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare.
Siamo infatti immersi in malinconiche vedute ottiche delle Highlands medioevali, atlanti naturali in movimento, altopiani immensi di un verde incontaminato ed inciso da profondi laghi e percorso da numerevoli rocce e pietre che ci ricordano le Callanish Standing Stones, ai castelli e ai villaggi da Inverness ad Aberdeen, al lago di Lochness, fino alla capitale di Edimburgo.
Tutto ciò richiama molto le novelle grafico-cavalleresche medioevali con le sue miniature di miti e leggende di draghi e principesse, ai bestiari medioevali ricchi di simbologie e di visioni ancestrali.
Da non dimenticare, visto quanto Pixar venga ispirata non solo dal realismo, ma anche dal cinema, i numerosi film d’azione e d’avventura ambientati nella Scozia medievale e nella vicina Inghilterra, e alla netta contrapposizione con le eroine Disney, da Biancaneve, a Cenerentola, ad Aurora, fino a Rapunzel, piene di cliché favolistici rispetto a Merida; per addentrarci nei ricordi di un Semola, futuro re d’Inghilterra, ne La spada nella roccia che sbatte la testa più volte per rompere gli schemi della tradizione con l’aiuto di un eccezionale Mago Merlino. Ancora molte somiglianze con il film d'animazione di casa Disney Robin Hood nella scena della gara con l’arco, fino al meraviglioso mondo della favola medievale de Il drago riluttante e Elliott il drago invisibile richiamando le leggende del drago Nessie, a Taron e la pentola magica con le sue atmosfere cupe molto simili nella sua fotografia e colorazione, fino al film live-action Braveheart - Cuore impavido di Mel Gibson che impartisce coraggio e impone a se stesso libertà.
Ribelle - The Brave non è solo un mero cartone, ma è un vero e proprio film d’azione, pieno di allegorie umane dove l’eroina emana coraggio, forza e ribellione contro le tenebre.
Troviamo un medioevo gotico che ci evoca la scoperta della natura e della vita in movimento, immersi in molteplici simbologie celtiche quali ad esempio il simbolo del cardo, intreccio gotico, quale identità è associata alla Scozia e al Dio della Guerra e dei Fulmini; nell’antichità si narra che potesse vanificare i cattivi auspici e scacciare le forze demoniache.
Le Highlands dunque sono come un campo di battaglia, infestate di spiriti, bestie e animali feroci, tra cui gli orsi, i quali Merida combatterà. Essa infatti come la dea Artemide, combatterà contro un orso, simboleggiando così la vittoria contro le tenebre. Come dice il filosofo Jung, l’orso è la personificazione dell’aspetto terribile dell’inconscio, sebbene sia pericoloso simboleggia qualcosa da realizzare e allude ad un elemento femminile-terreno.
Egli è in contrapposizione al cavallo, che è invece un esperto di magia ed il miglior aiutante dell’eroe, simbolo di vittoria, forza e vitalità.
Così ugualmente gli strumenti che utilizza Merida, cioè arco e frecce, sono i simboli d’unione tra il coraggio e la paura, è una sorta di unità al senso del meraviglioso che trafigge da lontano e ci porta verso un qualcosa che non conosciamo.
Fino al vestito nazionale scozzese, il kilt di tartan che indica regolarità e tradizione in un preciso schema gerarchico di fili e trame, abito che rimanda sia allo schema rigido di una battaglia medievale che alla cultura da cui Merida vuole fuggire.
Ribelle - The Brave è un micromondo di tradizione medievale e di rottura verso un nuovo Rinascimento, di cui Pixar è promotore, dando nuova vita grazie all’emozione di una storia, ad ambientazioni realistiche, a situazioni particolari e soprattutto immergendo lo spettatore in questo meraviglioso empatico che vuole ispirare le nuove generazioni verso una nuova consapevolezza del buon vivere.