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30 maggio 2021

STOFFA DA CAMPIONI: CAMBIO DI GIOCO, IL RESOCONTO DEL FINALE DI STAGIONE

Si è conclusa venerdì scorso su Disney+ la prima stagione di Stoffa da campioni: Cambio di gioco, serie che riprende le avventure del coach Gordon Bombay interpretato da Emilio Estevez e della sua squadra di hockey giovanile, i Mighty Ducks, cominciate con il film Disney del 1992, Stoffa da campioni. Nella serie Cambio di gioco però i Ducks non hanno più come allenatore Bombay, che nel frattempo, dopo essere stato squalificato come allenatore di una squadra di hockey del college per aver aiutato un giocatore in difficoltà, si è ritirato dalle scene ed è ora titolare dell'Ice Palace, una pista di ghiaccio al coperto.

Inoltre i Ducks, oggi una vera e propria istituzione locale di hockey, non hanno più lo stesso spirito di un tempo. Il divertimento viene per ultimo e sono spinti dal coach T a prendere gli allenamenti e le partite come se fossero giocatori professionali. Tra le loro schiere non c'è spazio per i giocatori mediocri e il giovane Evan viene fatto così fuori dalla squadra. Lui e sua madre Alex creano quindi i Don't Bothers proprio per rimettere il gioco e il divertimento nella competizione dell'hockey per ragazzi, e, dopo diversi tentativi, riescono a far riappassionare anche il disilluso Bombay allo sport, mentre lui dà una mano ad Alex ad allenare la squadra. Nel finale di stagione, intitolata La resa dei conti, siamo alle finali del torneo di hockey statale del Minnesota, in cui i Ducks e i Don't Bothers sono destinati a scontrarsi. 

Nei primi minuti dell'episodio entriamo subito nella competizione osservando un montaggio dei primi gironi del torneo sulla pista di ghiaccio del Minnesota Igloo, che è così grande che permette durante le partite di assistere ad una regia panoramica e dei lisci movimenti di macchina che rendono al meglio le azioni dell'hockey. Si percepisce tutt'altra atmosfera rispetto a quella delle partite svolte nel rustico Ice Palace; questo è il territorio dei Ducks, non dei Don't Bothers, che comunque non si lasciano farsi mangiare la polvere degli avversari. Infatti i Don't Bothers vincono una partita dopo un'altra battendo i Maroon Marauders, i Caribou, e i Renegades, arrivando alle semifinali con i Lumberjacks, squadra estremamente fisica che intimidisce Evan e amici a causa della loro statura e muscoli.

Durante la partita Koob si concentra come non mai dopo che vede i suoi genitori che per la prima volta assistono ad una sua partita tra il pubblico, e regala parate emozionanti, ma Sofi, dopo aver segnato un goal spettacolare, finisce contro gli spalti e sbatte il suo ginocchio, che le faceva male già da quando si allenava intensamente con i Ducks, a bordo pista. E, anche se vincendo la partita i Don't Bothers arrivano in finale con i Ducks, cominciano qui i problemi. Infatti, nonostante Sofi cerchi di nascondere il suo infortunio al ginocchio, che sembra davvero preoccupante, alla squadra, Evan la coglie mentre si sta medicando da sola la ferita, e la spinge a farsi vedere da un medico. Dopo la visita la ragazza dovrà prendere una scelta; se Sofi scenderà in campo potrebbe peggiorare la condizione già grave al suo ginocchio e incorrere in un infortunio drastico che le potrebbe dare problemi permanenti, o, se deciderà di salvaguardare la sua salute saltando la partita, la sua squadra perderà automaticamente perché le regole del torneo vedono per le singole squadre un minimo di 10 partecipanti, e i Don't Bothers senza Sofi sono in 9.

Sofi non vuole questo per la sua squadra e quindi decide di scendere in campo nonostante tutto, ma i Don't Bothers non ci stanno e, tenendo la loro amica a cuore, ognuno di loro rinuncia a giocare. Quindi, a sorpresa, i Ducks vincono il trofeo del campionato statale giovanile a causa del ritiro dei Don't Bothers.

La vicenda lascia di stucco ma basta una semplice occhiata alla barra di riproduzione dell'episodio, che si trova in questo punto a metà, per capire che la storia non è finita qui. Infatti i Don't Bothers sfidano i Ducks, che si pavoneggiano da vere anatre con il trofeo che però sanno anche loro non essere stato vinto al 100% causa partita non giocata, alla resa dei conti. Lanciando una sfida come da vero western, i Don't Bothers si scontreranno con i Ducks all'Ice Palace, in una partita lontana dai riflettori e dall'eleganza degli stadi professionali, con però delle condizioni che fanno alzare l'asticella della messa in gioco. Infatti se i Ducks vinceranno, i Don't Bothers si dovranno ritirare da qualsiasi competizione per sempre, ma, se i Ducks perderanno, il coach Bombay dice delle parole che noi fan della trilogia volevamo sentirgli pronunciare dal primo episodio: 
Se vincete, noi ce ne andiamo. Ma se vinciamo noi, prendiamo il vostro nome. Vedi tu non hai idea di cosa significhi essere un vero Ducks. Se vinciamo, noi diventiamo i Mighty Ducks
L'aspetto più frustrante finora è stato infatti vedere la squadra dei Mighty Ducks ridotta a una cernita di ragazzi senza personalità e guidati da un allenatore interessato solo alla competizione. Nulla di più diverso e precisamente tutto il contrario dei Mighty Ducks dei film anni '90. C'è inoltre un enorme senso di soddisfazione per noi spettatori nel vedere il Coach Bombay, che all'inizio di questa stagione aveva chiuso con l'hockey, voler riprendersi il nome dei Ducks da lui creati.

La sfida quindi ha inizio, e la partita, introdotta da un'esibizione dell'inno americano cantato da Koob, che potrebbe benissimo rivaleggiare quella di Lady Gaga all'inaugurazione di Biden, inizia con un lieve vantaggio dei Don't Bothers grazie ad un azione di Sam. Ma i Ducks fanno presto a rispondere adottando uno stile di gioco assolutamente aggressivo e spietato, che zia Robin siamo sicuri apprezzerebbe, che spiazzano i Don't Bothers che non riescono a reagire e a dominare più il campo. Nell'intervallo, sotto di 3 a 1, la squadra dei Don't Bothers si è ormai arresa, ma forse questo non è un male. Infatti la squadra si arrende nel credere che la vera vittoria sia stabilita da un tabellone. Ognuno dei giocatori ha vinto; perché Sofi per la prima volta in vita sua si sta divertendo giocando a hockey, lo sport che pratica da quando aveva cinque anni, Logan invece dice di aver vinto perché dopo essersi sentito solo e triste a causa del divorzio dei genitori e del cambio di città, ha trovato degli amici tra le schiere dei Don't Bothers. Nick che ha sempre voluto giocare a hockey ma che, prima dei Don't Bothers, si è visto sbattere la porta in faccia perché non era bravo abbastanza, e anche Sam la cui introduzione allo sport grazie alla squadra è stata d'aiuto per canalizzare la sua voglia di rischio in qualcosa di buono. Per Koob invece l'esperienza dei Don't Bothers è stata forse la più significativa tra quelli del gruppo, perché l'ha portato per la prima volta ad avere degli amici fuori dallo scantinato in cui si richiudeva in sé stesso. La squadra quindi realizza subito che i Ducks sono i veri perdenti perché sono loro a non divertirsi giocando a hockey.

I Don't Bothers quindi ritornano dall'intervallo con uno spirito rinnovato, e sopratutto con un outfit differente. Infatti il coach Bombay ha una scatola che gli ex giocatori dei Ducks gli hanno lasciato dopo gli eventi dell'episodio reunion, Lo spirito dei Ducks, in cui Averman, Fulton, Germaine, Adam, Connie e Ken, alcuni dei campioni della trilogia di Stoffa da campioni, rincontravano dopo decenni il coach Bombay. Il lascito sono le iconiche jersey verdi a strisce gialle che i Ducks indossavano nel primo film. Addirittura sono presenti i nomi dei giocatori originali con i loro numeri. Un vero tocco nostalgico che colpisce dritto al cuore dei fan e lascia a bocca aperta il coach dei Ducks.

E, grazie all'iconica V volante, la formazione a V caratteristica dei Ducks di Bombay, i Don't Bothers vincono la partita e si riprendono il nome. Ora sono i Mighty Ducks, e potranno finalmente incitare i quack! quack! che nei film gridavano ad ogni inizio partita.

Così si conclude la prima stagione della serie, che non è ancora stata rinnovata per la seconda, anche se lo sceneggiatore della trilogia cinematografica e creatore della serie, Steve Brill ha in mente per il futuro un ritorno di tutti i singoli membri dei Ducks, incluso Charlie, interpretato da Joshua Jackson, il cui personaggio è stato nominato nell'episodio reunion in cui si accennava ad un possibile conflitto tra lui e il coach Bombay. Inoltre gli altri due showrunner, Josh Goldsmith e Cathy Yuspa, hanno rivelato piani per numerose stagioni della serie, che potrebbero portare i Don't Bothers, ora ridiventati Mighty Ducks, in competizioni fuori dall'America, come in Europa.

In conclusione, la serie ha saputo gestire il fattore nostalgia equilibrandolo ai nuovi personaggi come quello di Alex, interpretata da Lauren Graham, e dei giovani giocatori dei Don't Bothers, dando sì spazio al Coach Bombay e ad alcuni dei membri originali dei Ducks, che comunque sono comparsi solo in un episodio, ma senza voler ricalcare con ostentazione tutti i personaggi e gli eventi della trilogia cinematografica. Infatti qui sembra davvero una naturale proseguimento degli eventi dei film. E' un buon esempio di legacy sequel, ovvero un seguito che ha una sua impronta aldilà della sua affiliazione con altri capitoli della saga, proseguendo gli eventi che i fan conoscono ma dando allo stesso tempo nuovi personaggi e una storia che cerca di rendersi indipendente. Una ricetta da campioni.